Carissimi concittadini sardi,

È con grande entusiasmo e voglia di fare che mi presento come candidato alle elezioni della Sardegna nella lista Fratelli d’Italia, a sostegno della presidenza di Paolo Truzzu, il cui programma ritengo possa costituire una valida risposta alla necessità di soluzione dei problemi che gravano purtroppo sulla nostra isola.

Terra di splendida bellezza, ricca di radici culturali e di potenzialità umane, ma ancora emarginata dai centrali circuiti economico-produttivi.

La sfida che ci attende non è affatto semplice.

I problemi irrisolti che ostacolano un vero sviluppo e la competitività della Sardegna, nei confronti del resto del territorio italiano ed europeo, sono secolari. Purtroppo la soluzione a queste criticità è in parte sottratta alle stesse competenze della Regione, la quale non può provvedere autonomamente a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità.

L’isolamento geografico costituisce sicuramente il principale ostacolo per qualunque crescita. Vi è necessità di soluzioni concrete nel settore dei trasporti, che consentano e garantiscano agevoli spostamenti da e per l’isola, ma anche all’interno del nostro territorio.

Nonostante l’impegno profuso dalle precedenti amministrazioni, le varie iniziative si sono rivelate ancora insufficienti ed inadeguate, sia con riguardo alla mobilità delle persone, che alla movimentazione delle merci: ci si riferisce al trasporto aereo, marittimo e terrestre che incide severamente sul turismo, sul commercio e su qualunque attività imprenditoriale, in quanto fortemente penalizzato dalle intuibili difficoltà logistiche e dai costi elevati.

Il nostro programma si propone di attivare tutte le leve e gli strumenti offerti dalla legislazione nazionale ed europea utili a tal fine e il nostro impegno è di operare seriamente in questa direzione. L’intervento dello stato centrale è indispensabile per raggiungere un risultato serio, efficace ed efficiente in tale settore.

D’altro canto gran parte dell’economia sarda è fortemente dipendente dagli interventi statali e dagli investimenti pubblici, anche perché la struttura economica dalla nostra isola è fatta sostanzialmente da piccole imprese - scarsamente competitive su un mercato ormai globalizzato - ma di cui intendiamo tutelare e valorizzare le peculiarità.

Ad esempio, l’agricoltura ed il settore agro-alimentare, particolarmente strategici per la nostra economia, faticano a crescere. E ciò, sia a causa delle dimensioni delle realtà produttive presenti nell’isola, sia perché pesantemente condizionate dalle forti importazioni, per lo più di prodotti di scarsa qualità, ma che hanno conquistato il mercato: nonostante la Sardegna abbia una superficie coltivabile maggiore rispetto alle altre regioni italiane, le nostre esportazioni sono di gran lunga inferiori alle importazioni.

Bisogna rendersi conto, una volta per tutte, che le importazioni selvagge dall’estero di prodotti a basso costo ottenuti con l’impiego di forza lavoro sottopagata e prive di controlli sanitari, uccidono in partenza qualunque velleità competitiva.

A fronte di un problema presente anche in tutto il territorio italiano, che tocca le nostre principali potenzialità produttive - l’agricoltura, l’allevamento e la pesca - è evidente come sostegni statali e comunitari siano fondamentali ed indispensabili. Altrettanto evidente è che le nostre produzioni agroalimentari debbano essere assolutamente riconosciute come prodotti di qualità, per i quali la nostra isola vanta il primato e che di fatto non temono la concorrenza estera. Io sono convinto che con l’ausilio di strumenti quali tecnologie avanzate e digitali che facilitino la commercializzazione e sistemi innovativi di produzione, noi riusciremmo a dare lustro alle nostre unicità.

Quello che insieme al mio partito propongo in ordine al settore agricolo ed agro-alimentare può essere anche la chiave di volta per arginare lo spopolamento dei territori e la disoccupazione giovanile. Non ci vuole molto per capire che l’abbandono dei territori, soprattutto da parte dei giovani, è soprattutto legato alla scarsa presenza di spinte produttive capaci di attirare qualunque iniziativa economica: senza prospettive redditizie e di concreto guadagno, non può esserci impresa.

Occorre quindi puntare ad incentivare la formazione dei giovani, specie nei settori trainanti della nostra economia; agevolare l’accesso al credito bancario di nuove iniziative imprenditoriali; incentivare con ogni mezzo possibile l’imprenditoria giovanile. Alla base vi sono serissime lacune dovute alla dispersione scolastica e all’insufficiente formazione professionale. La percentuale sarda dei giovani laureati, diplomati o dotati di specifica preparazione lavorativa e professionale è scarsa ed allarmante. Senza adeguata istruzione e informazione non si va da nessuna parte.

Ci proponiamo pertanto di puntare verso settori capaci di credibile sviluppo come, ad esempio, il turismo che è sicuramente l’industria più significativa e strategica per l'economia sarda. Ciò in quanto il turismo in senso stretto è fattore trainante del settore agro-alimentare, dell’artigianato, del commercio, dei trasporti, della cultura, degli spettacoli, dell’ambiente, delle attività alberghiere e ricettive in genere.

Le considerazioni fatte non esauriscono certamente il panorama vasto e complesso delle iniziative politiche oggetto di un programma elettorale.

Posso assicurare che sarà mio impegno, qualora venissi eletto, collaborare alla realizzazione degli obiettivi proposti per uno serio sviluppo e una vera crescita della Sardegna.
Grazie per la vostra fiducia, Alessandro Onnis